La rieducazione del pavimento pelvico

 

Donne e incontinenza urinaria

Come rieducare il pavimento pelvico

di Laura Cadelli fisioterapista

 

L’incontinenza urinaria è un disturbo prevalentemente femminile, spesso sottaciuto e non adeguatamente curato. Il 20-30% delle donne in età fertile ne soffre, percentuale che aumenta fino al 40% con l’insorgenza della menopausa, per arrivare a oltre il 50% nelle donne anziane.

L’incontinenza si presenta principalmente nelle seguenti forme:

 

Incontinenza urinaria da sforzo

Si manifesta in occasione di sforzi fisici, per esempio starnutendo o tossendo, a causa di un aumento della pressione all’interno dell’addome e quindi anche della vescica. Quando i muscoli del pavimento pelvico sono deboli non riescono a chiudere adeguatamente l’uretra e così si determina la fuoriuscita di urina.

Incontinenza urinaria d’urgenza

È definita come la perdita involontaria d’urina accompagnata o immediatamente preceduta da urgenza, ossia un desiderio di urinare non procrastinabile nel tempo. Dipende da un’attività eccessiva e anomala della vescica, che si contrae anche se non è completamente piena.

Incontinenza urinaria mista

In questa forma sono presenti entrambe le condizioni sopradescritte.

Il pavimento pelvico corrisponde alla zona genito-urinaria-anale; è compreso tra il pube e il coccige ed è formato da legamenti e fasce e muscolari che mantengono in sospensione e stabilizzano gli organi pelvici (vescica e uretra, utero e vagina nella donna, intestino retto e canale anale). I muscoli partecipano al controllo sfinterico, garantendo la continenza urinaria e anale. Essi possiedono la capacità di contrarsi volontariamente come, ad esempio, i muscoli di braccia e gambe, per questo possiamo allenarli.

Il controllo sfinterico è assicurato da un meccanismo involontario (che agisce senza il controllo della nostra volontà) e da uno volontario (che noi possiamo comandare). Il meccanismo involontario permette il riempimento della vescica provocando la distensione delle sue pareti. Queste ci avvertono quando arriva il momento di urinare, dandoci una sensazione di pienezza. Dopodiché, per innescare il meccanismo volontario di svuotamento della vescica i muscoli del pavimento pelvico si rilassano, lo sfintere uretrale si apre, permettendo la fuoriuscita dell’urina.

Negli ultimi decenni il mondo scientifico ha dimostrato come la fisioterapia e la riabilitazione del pavimento pelvico costituiscano il primo approccio terapeutico per la cura dell’incontinenza urinaria. Questa terapia consiste nell’esecuzione di semplici esercizi diretti alla zona genitale e/o nell’utilizzo di strumenti elettromedicali; entrambi i metodi hanno l’obiettivo di migliorare la condizione dei muscoli del pavimento pelvico.

Il trattamento prevede tre fasi:

1 – Percepire il pavimento pelvico

Mettetevi in ascolto del pavimento pelvico mentre respirate. Sedute su una sedia, con i piedi bene appoggiati a terra, posizionate un piccolo asciugamano arrotolato a cilindro a contatto con la zona genitale. Iniziate a respirare: l’’asciugamano vi aiuterà a percepire le modificazioni dei muscoli del pavimento pelvico durante le due fasi della respirazione. Mentre l’aria entra, la zona genitale – e quindi anche il pavimento pelvico – scende e si posa sull’asciugamano, mentre quando l’aria esce risale lentamente verso la posizione di partenza. Se si prova a tossire, il movimento del pavimento pelvico diventa molto più evidente. Il diaframma respiratorio e i muscoli del pavimento pelvico si modificano in sincronia, durante la respirazione.

Si può anche provare a trattenere l’urina, così da sentire quale zona si contrae. Percepire con chiarezza l’azione di questi muscoli non è un risultato che si possa ottenere facilmente, bisogna insistere, aiutandosi anche eventualmente con l’osservazione visiva. Ad esempio si può posizionare uno specchio tra le gambe divaricate e poi provare ad effettuare alcune contrazioni del pavimento pelvico per osservare come i muscoli si comportano, oppure appoggiare un dito nel punto tra l’ano e la vagina, così da percepire meglio il movimento prodotto in questa zona.

 2 – Allenare il pavimento pelvico

Ecco due semplici esercizi

a) in posizione supina: piegate le ginocchia, appoggiate bene i piedi a terra ed eseguite una contrazione più forte possibile, seguita da 5 secondi di riposo. Ripetete per 5 minuti. Se sentite che dopo alcune ripetizioni la forza diminuisce, riducete i minuti di esercizio;

b) nella stessa posizione, provate a fare delle contrazioni mantenute per 3-5 secondi senza interrompere la respirazione, seguite da un tempo di riposo doppio rispetto a quello di contrazione (es.: 3 secondi di contrazione seguiti da 6 secondi di riposo). Ripetete questa sequenza per 5 minuti. Non tralasciate la fase di rilassamento poiché questa ha la stessa importanza della contrazione per un corretto allenamento del pavimento pelvico. Con un allenamento quotidiano, si potrà aumentare il tempo dedicato agli esercizi fino ad arrivare a 10-15 minuti in totale.

Gli stessi esercizi si possono ripetere mettendosi sul fianco, seduta, in piedi o in qualsiasi altra posizione. È molto importante isolare la contrazione dei muscoli del pavimento pelvico senza coinvolgere i glutei, o i muscoli delle gambe.

 3 – Automatizzare il controllo del pavimento pelvico

 Quando capita di tossire, starnutire, sollevare pesi, fare sport, ridere, gridare, cantare è importante imparare a contrarre i muscoli del pavimento pelvico anticipando l’aumento della pressione intraddominale dovuto a queste attività con una contrazione ben coordinata, che deve iniziare un attimo prima dello sforzo e prolungarsi per tutta la sua durata.

Se i sintomi non regrediscono, non trascurateli e affidatevi ad un professionista sanitario (medico di base, specialista, fisioterapista), intraprendendo un percorso di cure che in alcuni casi potrà prevedere l’utilizzo di apparecchi elettromedicali che stimolino l’attività della muscolatura del pavimento pelvico.