Quando la rinite è allergica.
Rimedi e soluzioni per una delle più diffuse patologie primaverili
di Rossella Acciardi
farmacista
La rinite allergica è una patologia
persistente o intermittente, provocata da
una reazione immunitaria a livello delle via
aeree superiori in seguito all’inalazione di
allergeni presenti nell’ambiente.
Le manifestazioni tipiche della rinite allergica sono:
- edema delle mucose,
- aumento della secrezione mucosa,
- starnuti frequenti,
- prurito
Fattori di rischio
Pollini
I sintomi della rinite, nella maggior parte dei soggetti colpiti, si manifestano in stretta correlazione con le stagioni in cui le concentrazioni di pollini nell’aria sono particolarmente elevate. In genere, i pollini più allergenici derivano da piante ad impollinazione anemofila, ossia dovuta al vento.
Pelo animale, acari della polvere, muffe e scarafaggi
La presenza cronica di fonti allergeniche nell’ambiente domestico e/o lavorativo può favorire lo sviluppo di forme persistenti di rinite allergica. Gli acari, in particolare quelli appartenenti al genere Dermatophagoides, sono presenti prevalentemente nella polvere domestica. In caso di allergia legata alla presenza di animali in casa, la causa non è direttamente il pelo, ma i componenti organici presenti nella forfora, nella saliva e nell’urina essiccata.
Inquinamento
Diversi studi hanno dimostrato che la rinite allergica è maggiormente diffusa nei soggetti che vivono in zone ad elevato traffico veicolare. I composti derivanti dai gas di scarico (monossido di carbonio, ossidi di azoto, idrocarburi aromatici, metalli, anidride carbonica) sono in grado di favorire la flogosi allergica attraverso la stimolazione della produzione di immunoglobuline E(IgE).
Farmaci
Alcuni medicinali, come l’aspirina e altri farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans), possono causare spesso rinite e asma. Uno studio di popolazione ha dimostrato come l’ipersensibilità all’aspirina sia più frequente tra i soggetti con rinite allergica rispetto a quelli non affetti (2,6% vs 0,3%).
Classificazione e diagnosi
Fino a qualche tempo fa la rinite allergica veniva classificata in base al tipo di esposizione e alla durata dei sintomi, distinguendo una forma perenne e una stagionale.
Tuttavia, in alcuni casi è difficile distinguere le forme perenni da quelle stagionali e per questo motivo nel progetto ARIA (Allergic Rhinitis and its Impact of Asthma) è stato introdotto un nuovo metodo di classificazione che si basa su diversi parametri, quali la durata delle manifestazioni cliniche, la gravità e l’impatto sulla qualità di vita, distinguendo le forme lieve, moderata/grave, intermittente e persistente.
Per rinite allergica intermittente si intende quella che si manifesta per un periodo inferiore ai 4 giorni alla settimana o alle 4 settimane all’anno e per rinite persistente s’intende quella che si manifesta per più di 4 giorni alla settimana e 4 settimane all’anno.
La sintomatologia della forma lieve non è fastidiosa e permette la normale attività lavorativa o scolastica; quella moderata-grave può presentare uno o più dei seguenti sintomi: alterazioni del sonno, limitazioni delle attività quotidiane, riduzione delle prestazioni lavorative o scolastiche e sintomi più gravi.
Il fatto che ci si concentri più sui sintomi dei pazienti che non sul periodo dell’anno in cui insorgono rappresenta uno strumento efficace per la pratica clinica. Grazie ad essa è possibile differenziare e personalizzare opportunamente la strategia terapeutica, a seconda delle necessità di ognuno.
Come trattare la rinite allergica
L’approccio terapeutico consigliato di solito è step by step.
Gli antistaminici non sedativi di seconda generazione (antagonisti selettivi dei recettori H1che non attraversano la barriera ematoencefalica) sono i farmaci di prima linea nel trattamento della rinite allergica perché associano all’incremento di efficacia terapeutica un profilo di tollerabilità di valore assoluto. Non per niente hanno sostituito quelli di prima generazione (in grado di attraversare la barriera ematoencefalica) che non sono raccomandati da nessuna delle maggiori linee guida terapeutiche professionali, soprattutto a causa degli effetti indesiderati di sedazione e di aumento dell’appetito.
È opportuno ricordare che i decongestionanti nasali devono essere utilizzati con molta cautela e comunque per non più di 10 giorni a causa degli effetti collaterali, tra cui la cosiddetta rinite medicamentosa, e del possibile effetto rebound (quando i sintomi si ripresentano anche in forma più grave).
Inoltre, per ogni forma della patologia è consigliabile l’invio del paziente al medico per un corretto inquadramento diagnostico e un’appropriata gestione terapeutica.
Rinite intermittente |
Opzioni (non necessariamente nell’ordine):
• antistaminici nasali o orali • decongestionanti nasali • decongestionanti orali (solo negli adulti ) |
Rinite intermittente moderata-grave e rinite persistente lieve |
Opzioni (non necessariamente nell’ordine):
• antistaminici nasali o orali • associazione antistaminico orale + decongestionante • corticosteroidi nasali • cromoni Rivalutare il paziente dopo 2-4 settimane |
Rinite persistente moderata-grave |
Approccio per gradi:
• steroide nasale come trattamento di prima linea • se persiste ostruzione importante: aggiungere un breve ciclo di steroide sistemico o di decongestionante per via orale Rivalutare il paziente dopo 2-4 settimane Se persistono ancora sintomi aggiungere: • antistaminico orale (± decongestionanti) • ipratropio |
Congiuntivite associata alla rinite |
Opzioni (non necessariamente nell’ordine):
• antistaminici orali o oculari • cromoni oculari lavaggi con soluzione fisiologica Utilizzare corticosteroidi oculari con attenzione e solo dopo accurato esame dell’occhio |