La febbre in età pediatrica

di Rossella Acciardi,

farmacista

Attualmente nei genitori è molto diffusa la paura della febbre; bisogna però ricordarsi che quest’ultima non è una malattia, ma una reazione del nostro organismo, in grado anche di ostacolare la replicazione dei germi.

Nella pratica, si può parlare di febbre se la temperatura corporea supera i 37- 37,2°C se misurata a livello ascellare, oltre 37,6 – 38°C se misurata a livello rettale.

La febbre moderata (inferiore a 39) favorisce molte risposte immunologiche, non esiste quindi un motivo urgente che imponga il trattamento di tutti gli stati febbrili, né la necessità di riportare sempre la temperatura corporea a livelli normali. Tuttavia, bisogna distinguere quali siano le possibili cause della febbre : infezioni, vaccinazioni, disidratazione, traumatismi, dentizione.

La misurazione può avvenire in 5 zone del corpo: ascelle, bocca, via rettale, orecchio e fronte. In base a dove la si misura, cambia il tipo di termometro.

Il farmaco d’elezione, l’unico consigliabile fin dai primi mesi di vita, è il Paracetamolo: è preferibile la somministrazione per bocca, ma le supposte rappresentano un’alternativa in caso di vomito, o di bambino non collaborativo. La dose di paracetamolo consigliata è di 10- 15 mg/kg ogni 4-6 ore, non superando la dose di 60mg/kg/die nel bambino. Dosi non molto superiori sono in grado di determinare un danno epatico. Non è detto che l’antipiretico riporti la temperatura al normale range, a volte la abbassa solo di qualche grado.

Un altro farmaco utilizzabile è l’ibuprofene, alla dose di 7,5 – 15mg/kg/die suddiviso in tre somministrazioni. Non utilizzare ibuprofene in caso di gastroenterite in quanto potrebbe essere dannoso se compare disidratazione, e in corso di varicella.

Non va mai usato acido acetilsalicilico nei ragazzi con età inferiore ai 15 anni (rischio sindrome di Reye); non utilizzare farmaci antinfiammatori per adulti, né cortisone e antibiotici se non su indicazione del pediatra.

Cosa Fare

In caso di febbre, una cosa importante è valutare le condizioni del bambino:

Aspetto: sta bene, è mogio, è sofferente, abbattuto.

Atteggiamento spontaneo: gioca, è tranquillo e risponde agli stimoli ambientali, oppure si muove poco o sta fermo, non risponde agli stimoli.

Pianto: urla, piange alternando periodi di benessere, non riesce a piangere.

Atteggiamento: si comporta come al solito, o in modo anomalo.

Preoccuparsi in caso di febbre in bambini con età inferiore a 3 mesi; in bambini più grandi in caso in cui non respiri bene, dorma molto o sia irritabile, vomiti, non mangi e non beva, perda peso in modo significativo; se ha un età in cui cammina autonomamente e si rifiuta di farlo; se soffre di mal di testa intenso, piange spesso o ha un pianto lamentoso e stridulo; se è molto pallido o cianotico.

E’ buona abitudine offrire da bere liquidi a volontà, se necessario soluzioni reidratanti; offrire pasti piccoli e frequenti, non forzarlo qualora non avesse appetito. Tenere il bimbo poco coperto e coprirlo solo se ha freddo, o presenta brividi.

Cosa Non fare

Non è necessario accanirsi nel tentativo di abbassare la febbre in fretta e ad ogni costo, quindi non misurarla continuamente e non disturbare il bambino mentre dorme per farlo.

Non utilizzare bagno e spugnettature con liquidi freddi, borse del ghiaccio, frizioni con alcool in quanto non si dimostrano efficaci.

Non coprirlo eccessivamente. Non aumentare la temperatura ambientale.

Convulsioni Febbrili

Le convulsioni febbrili sono crisi convulsive che si manifestano quando il bambino ha la febbre, o quando questa sta salendo rapidamente. Le crisi sono in genere tonico-cloniche ed attraversano diverse fasi:

  • Perdita di coscienza e globi oculari rivolti verso l’alto;
  • Fase tonica: irrigidimento di tronco,arti e mascelle. Durata variabile da pochi secondi fino ad alcuni minuti.
  • Fase clonica: Scosse muscolari ritmiche. Durata di alcuni minuti.
  • Fase post-critica: stato di sonnolenza profonda spesso con perdita di urine. Può durare anche qualche ora, in cui il bambino appare ipotonico.

Sono di breve durata, interessano il 3% dei bambini sani tra 6 mesi e i 5 anni di vita; tendono a scomparire con la crescita; nella metà dei casi l’episodio convulsivo rimane isolato; non causano danni; non è dimostrata una relazione causa-effetto tra convulsioni ed epilessia.

Cosa Fare

verificare che il bambino non sia coperto da troppi vestiti e liberarlo dagli indumenti stretti; allontanare oggetti o cose dal bambino per la sua incolumità e metterlo delicatamente su un fianco, per evitare che aspiri muco o materiale vomitato.

Verificare la durata della crisi e se possibile somministrare il clisterino già pronto con il farmaco consigliato; ripetere il clistere se la prima dose viene espulsa, o la crisi non finisce in 2- 3 minuti

Cosa non fare

Non perdere la calma, non scuotere o schiaffeggiare il bambino, non cercare di bloccarlo o di tenere ferma la lingua.

Da ricordare che la febbre di per sé non è una malattia e non vanno somministrati farmaci, se l’aumento della temperatura corporea non si accompagna a segni di malessere generale;

L’entità della febbre non è correlata alla gravità dell’infezione.

Inoltre è assolutamente infondato il timore che far uscire un bambino con febbre comporti problemi di salute.